[ecce WWWeb]#14      ovvero piccoli bit
di informazioni
sulla rete delle reti
raccolti per voi da
Mario Corsolini.


Dopo il delirante parto legislativo che ha regalato all'italia (sic!) la nuova legge sul diritto d'autore (discussa in ecce WWWeb #11) sono purtroppo costretto a tornare di nuovo su queste pagine alle triste invenzioni dei nostri parlamentari. Infatti pochi giorni fa, il 4 aprile 2001, è entrata in vigore (nel fragoroso silenzio dei media) la nuova legge (62/2001) sull'editoria.

La legge, votata da TUTTI gli schieramenti politici proprio sullo scadere dell'ultima legislatura (e fortunatamente per adesso ci siamo salvati da un altro progetto ugualmente nefasto: il disegno di legge Passigli... al quale spero vivamente di NON dover dedicare una futura puntata di ecce WWWeb!), in pratica equipara le pagine web (specialmente quelle aggiornate "periodicamente", qualunque cosa ciò possa significare) all'editoria stampata, con tutti gli obblighi burocratici e economici che questo comporta, a partire dall'esigenza di avere un direttore responsabile iscritto all'Albo dei Giornalisti. Il tutto condito da una marea di strafalcioni informatici (evidentemente chi ha scritto -e chi ha votato- la legge non aveva la più pallida idea di ciò di cui stava parlando).

Ovviamente la legge è di fatto inapplicabile a tappeto (mentre scrivo queste righe, il 9 aprile 2001, secondo la Registration Authority italiana risultano 517'247 domini .it registrati e un numero imprecisato, ma molto superiore, di siti web attivi), e il suo testo è talmente lacunoso e confuso da poter essere aperto a ogni interpretazione. Tant'è che io stesso non so, con la mia paginetta web personale, se sono o meno un sovversivo, un fuorilegge, reo nientepopòdimeno che del reato di stampa clandestina! Quasi sicuramente nessuno verrà a chiudermi il sito o a impormi fino a mezzo milione di multa e due anni di carcere (queste le pene previste per i trasgressori), solo che avrò questa spada di Damocle sul capo... e appena dovessi diventare "sgradito" a qualcuno ecco che quel qualcuno avrà a disposizione un'altra comoda arma repressiva a mio danno, facile e veloce da usare.

E voi che mi leggete? In che situazione state?

A confondere poi ulteriormente le idee, sono arrivati anche i commenti pubblici dell'estensore della legge (che evidentemente non ha mai letto il testo della stessa), il quale in tono paternalistico ha ribadito essere quella applicabile solo ai siti che vogliono usufruire dei contributi economici statali. Peccato che il signore in questione non abbia letto, tra gli articoli della sua stessa legge, come questa specifichi invece di essere applicabile a TUTTI i siti Internet, indiscriminatamente (anche se con obblighi diversi, dipendentemente dalla fantomatica periodicità degli aggiornamenti). E non mancano nemmeno le farneticanti dichiarazioni entusiastiche del segretario della Federazione Nazionale della Stampa, che ha giubilato: "Finisce così, almeno in Italia, l'assurda anarchia che consente a chiunque di fare informazione on-line senza regole e senza controlli e garantisce al cittadino/utente di avere minimi standard di qualità di tutti i prodotti informativi, per la prima volta anche quelli comunque diffusi su supporto informatico". Peccato che non ci sia stata, come sottolineato da Paolo Attivissimo (http://www.attivissimo.net/), "non una parola, naturalmente, sul fatto che proprio questo sistema di censura, questa mostruosità giuridica oggi vomitata sulla Rete, abbia fin qui prodotto un giornalismo sciatto, ignorante e arrogante ben oltre il limite della volgarità". Anche perché, come al solito (si pensi alle radio private negli anni '70, o alle TV private nei primi anni '80) i siti commerciali potranno tranquillamente permettersi le gabelle e il direttore responsabile, quelli amatoriali no. È la solita storia: chi ha i soldi va avanti e chi non li ha rischia di chiudere (e sto pensando, per esempio, a ottimi siti di stampo giornalistico come Punto Informatico, Apogeonline, ZeusNews e tanti altri, nati dal lavoro e dalla passione di persone che, spesso pure in perdita, hanno costruito luoghi virtuali di vera informazione, ben lontana dalla pappina edulcorata che ci propinano i media ufficiali).

Per saperne di più su questo ennesimo obbrobrio legislativo vi rimando all'ottimo http://www.interlex.it/ dove, oltre a poter leggere il testo originale della legge appena varata, sono raccolti un buon numero di lucidi interventi di analisi/critica alla stessa, scritti da persone dotate, oltre che di solida preparazione giuridica, di ottime conoscenze sulle realtà e sulle problematiche relative alla telematica in generale e all'Internet in particolare.

Se poi volete dare un piccolo contributo attivo a contrastare questa dilagante idiozia leguleia (che sembra aver trovato nel parlamento italiano un terreno fertilissimo, specialmente quando ci sono in gioco la parola "rete" e/o le questioni riguardanti i diritti di libertà), fate un salto su http://punto-informatico.it/petizione.asp e aderite alla raccolta di firme; io, nel frattempo, vi saluto e vi do appuntamento al mese prossimo, sperando di poter finalmente parlare di argomenti meno disgustosi. Ciaociao!


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