Il Postulatore
di Mario "OiPaz" Corsolini e Alberto Mignetti
Filosofo, poeta, agricoltore, scrittore, fumettaro e modellista, Cesare Lamaglia non è mai nato a Casale Monferrato, nella seconda metà dell'800.
Il suo celeberrimo padre, Catullo Tibullo Marullo, l'unico e il più grande imperatore romano del I sec. a.C., regnò per sette lunghi minuti, durante i quali lo stato romano conobbe un periodo di estrema floridezza. La sua morte, che lo colse ancora vergine, avvenne per opera di congiurati per mezzo di una biscia, poiché, si diceva, sapeva troppo! Di lui ci rimane un solo ma inimitabile apoftegma, carco di profondi significati psicologici, filosofici, morfologici, scientifici, anagogici:
Ahi, Mi Ha Punto Uno Scorpione!
Suo figlio, inimitabile pensatore, fornì ampie interpretazioni riguardo all'unica frase pronunciata in vita dal padre (con la solennità che solo la morte imminente sa conferire): A) Catullo Tibullo Marullo (detto Catonzo) scambiò volutamente la biscia con lo scorpione poiché, così facendo, in un piano di lettura assai profondo, egli sintetizzava in una sola proposizione tutte le più grandi conquiste mai raggiunte dal genere umano nel passato, presente e futuro. Certamente la proposizione rappresenta quanto di più sublime possa mai creare la mente umana; in essa sono presenti tutte le Verità Assolute dell'Universo (in seguito alla catonziana morte nacquero -e continuano tuttora a nascere- innumerevoli scuole di pensiero che tentarono e tentano di dare interpretazioni finali del mirabile aforisma). B) Catullo Tibullo Marullo (detto Catonzo) era un idiota totale e non distingueva neanche una biscia da uno scorpione. Cesare, ma solo dopo che fu nato, condusse una vita tranquilla e dissoluta, densa di frustrazioni e sensazioni beate. La sua prima e unica moglie, Jovanca, divorziò da lui per sei volte, ma non cessò mai di amarlo; quando lo abbandonò, per la terza e ultima volta, Lamaglia aveva sette anni; correva l'Anno del Signore 1490 e pioveva. Si tramanda che raggiunse allora il tetto dell'immenso gommone. Ma, poco dopo, morì, sotto i colpi di un capello, all'età di tre mesi.
Per quanto riguarda la carriera di artista-creatore, Lamaglia fu precocissimo: ancora nel grembo della madre iniziò a comporre: il suo stile assomigliava ad un barile, dentro ad un canotto; il suo Dio era Gotto, da cui riprese la spalmevolezza dell'Io liquido e puro (caratteristiche che non vennero mai meno neanche durante la maturità e la vecchiaia).
Dopo anni ed anni di ripensamenti e correzioni decise di elargire al mondo il suo più grande e ambizioso scritto: si trattava della celeberrima Linea Clinica, opera in 7 volumi, di 9410 pagine bianche vuote, nella quale, alla pag.777 del tomo III sta scritto testualmente:
I POSTULATO DI LAMAGLIA:
CHI C'AZZECCA NON CI SBAGLIA.
Oltre a questo suo capolavoro scrisse una miriade di Saggi e di Piccoli Trattati (purtroppo in gran parte perduti) senza titolo. Tuttavia, in seguito, convinto di avere raggiunto l'acme con il I Postulato, Lamaglia si ritirò dalla vita letteraria e si dette all'ittica. In questo periodo di se stesso non amava dire: "Cesare Lamaglia Nacque, Rinacque, Visse e Morì".
Quando morì davvero tutte le sue opere e i suoi frammenti letterari vennero raccolti dai suoi fans nel volume: Opus OmniaLamaglianus, della lunghezza di 2.5 fogli di quaderno (A5, quadretti da 5mm). Oggi, ricordandolo nel millenario della quarta edizione postuma di Linea Clinica, proponiamo a Voi, o ispirati lettori, la summa (che, secondo le svariate e discordanti correnti critiche post-lamagliane, coincide ovviamente con il meglio) della sua terrificante produzione.
1. da: Linea ClinicaI POSTULATO DI LAMAGLIA:
CHI C'AZZECCA NON CI SBAGLIA.
2. da: Opus OmniaLamaglianus
- I Postulato Postumo:Il Sole Non È Un Gatto Ma Un Arsenale Militare.
- II Postulato:Un Gatto È Il Cane.(Cesare Lamaglia dedicò un lunghissimo periodo della sua vita alle riflessioni sul mondo felino; i due postulati qui riportati furono il risultato definitivo di tali cogitazioni.)
- II Postulato Postumo:La Pioggia È Quadrata.
- I Riflessione Su Se Stesso:Sono Un Carrello Portavivande.
- II Riflessione Su Se Stesso:Sono La Trasfigurazione Metafisica Di Una Biscia.
- II Riflessione Postuma Su Se Stesso:Sono La Fondazione Trasmigrazionale
Di Un Palindromo Esadecimale. (L'immenso Cesare subì con profondo dolore il trauma causato dalla morte del padre ad opera del morso di una biscia; inoltre poiché, anche se non lo voleva ammettere, non riusciva a cogliere realmente a fondo il vero e ultimo significato delle parole del padre morente, e poiché aveva un notevole complesso di inferiorità nei confronti del genitore (il più alto ingegno della storia umana), ebbe varie doppie personalità, che si alternarono gioiosamente nel corso della sua lunga e gloriosa vita.) - Sistema (sua unica composizione canora):X, Y, Z, SISTEMA, SISTEMA,
Sistema le coperte che ho freddo. - Pro-Testa (sua unica composizione poetica):Il mondo corre, corre, corre, correeeee... ED IO FRENO.
MA IL KAOS
oKsa, ASOK, SkoA, Ksao, KAOS, il KAOS (0,1,6,7,16,33,666,6664).
Tondo, il kaos è tondo, il globo è kaos, il Kaos è luce,
voglio urlare:
AaAAAAaaaaaaaaaA.....iiiIIiIIiiiIIiIhhhHHH!!!!
PIANTO
Io sono il mondo, io kaos, tondo, luce, matto.
Immagini
Rosso, verde, lavoro, soldi, vita, odio, cacciavite, mela,
L'IO.
IMMAGINI!!!!!
Il mondo corre corre corre correcorre........ io freno!
Cesare Lamaglia