Virus Killer 2.0

di Gianni Sarti



Come hai detto che ti chiami, vecchio? Io sono John, o forse Jim, a volte faccio confusione. Hai una faccia simpatica, penso che stanotte dormirò sotto questo ponte con te, tra colleghi bisogna... bisogna... Cosa stavo dicendo? No, non importa. Mi passi un po' di giornali? Fa freddo, qui. Dai, in cambio ti racconto una storia, che stasera sono in vena.
Ehi, vecchio, tu sei interfacciato? No? Io sono nato proprio l'anno in cui interfacciarono il primo uomo. Devi vedere, aveva un connettore craniale grande come un CD, altro che i microconnettori di oggi, vedi il mio? È di cinque anni fa, non è più grande di uno... uno... Ah, la memoria! Sì, parlavo di interfacciamenti, grazie.
Mi installarono il connettore quando feci l'iscrizione all'Università, come dice la legge, però i primi sei mesi li passai ad imparare ad usare il connettore; il difficile non è trasmetterci attraverso i propri pensieri, il difficile è capire che abbiamo sempre tentato di farlo, ecco la verità. Comunque, a sentire le idee scorrere dentro e fuori il cranio attraverso un cavo parallelo bisogna farci l'abitudine.
I sei mesi successivi li impiegai a laurearmi in Economia e Commercio, andai fuori corso solo di una settimana per colpa d'un virus che s'era bevuto i file del teacher software di Diritto degli Organismi Geneticamente Manipolati. Ci misero una settimana prima di ricostruire la banca dati e permetterci di ricollegarci alle lezioni software.
Comunque mi laureai col massimo dei voti, sai, a quel tempo non ero... Cosa volevo dire?
Passai un anno intero a divertirmi. Il connettore craniale è uno spasso se hai i soldi per godertelo. Già durante l'Università ci collegavamo tra studenti, e quando ti colleghi scopri quanto siano misere le parole per esprimere un concetto. Pensieri, immagini, sensazioni e ricordi, tutto tradotto in Human Interchange File Format e trasmesso da mente a mente con un cavo. Pensa, potevamo trasmetterci ricordi visivi in 256 colori, sensazioni tattili e sonore in PCM, addirittura odori in AUM. Non come adesso che si usano i nuovi formati di conversione Mnemonico/Digitale da P*DOS che permettono la trasmissione di stimoli a super alta definizione; comunque già a quel tempo dopo aver fatto l'amore con una ragazza stando in interfacciamento craniale tutte le altre esperienze sessuali non collegate diventavano come un film in bianco e nero, come una minestra senza sale.
Cos'hai in quella bottiglia, vino? Dai, passa. Eh sì, un anno di bagordi. Cine interfacciato, giochi interfacciati, sesso interfacciato, macchine interfacciate, amici, libri, persino memorie interfacciate, sai quelle memorie che registrano su EPROM i grandi dello sport, del cine e della politica e che ti spari dentro col Sensotronic?
Pensavo di avere sperimentato tutto quello che il mondo interfacciato poteva darmi, così cominciai a lavorare. Azionista di borsa. Comprai ingressi illegali a database privati, e piano piano creai la mia preziosa banca dati; una volta... Santo cielo, non lo ricordo più, vecchio. Come hai detto che ti chiami?
Lavorando in borsa avevo un mucchio di tempo libero, una pacchia. Sai come funziona? Ti colleghi ad un connettore di terminale a Milano, o non ricordo dove. Quando arriva il segnale di borsa aperta cominci a comprare o vendere, ma non tramite la voce o i gesti, ci metteresti una vita. Si rimane tutti lì, immobili, e si trasmettono le richieste di compravendita tramite il connettore, cercando di anticipare d'un microsecondo gli altri. Per questo presi le schede: prima una acceleratrice, sai, un semplice coprocessore decisionale da montare sulla corteccia encefalica frontale. Poi un altro processore che lavorasse in parallelo, per poter gestire più compravendite in contemporanea. Infine estesi la mia biochip memory con altri 1024 gigabyte ad accesso zero virtuale.
Dopo cinque intensi minuti che eravamo lì fermi come statue di ghiaccio arrivava il codice di End of Day e tornavamo umani, milionari o poveri in canna o tali e quali a prima, e avevamo il resto della giornata tutto per noi.
Conobbi Anna, o forse Jane; pensavo che una donna così fosse impossibile dimenticarla, ma ora non ricordo se era bassa o alta, rossa o bruna, magra o grassa; doveva essere magra, a me piacciono le ragazze magre... O forse no, non ricordo.
Una cosa ricordo bene: le piaceva divertirsi. E ci divertimmo. Eravamo collegati ventitré ore al giorno, anche di notte, per fare sogni comuni. Anzi, spesso usavamo un computer onirico; spendemmo una cifra in Dream Software.
Io però cominciavo a fare un bel po' di grana, e sebbene non fossi mai stato povero ora stavo diventando ricco, ma ricco davvero... C'era solo Bruno, o forse Abdullah, chi si ri- corda, che mi fregava sempre in borsa, ma a parte a lui ero il migliore. Che vuoi, ero tagliato per quel lavoro, avevo investito nell'hardware giusto, ed ero in gamba.
Più soldi guadagnavo più gusto ci prendevamo, io e Annie, a divertirci. Scusa se faccio confusione con i nomi, vecchio, ma tanto non sono i nomi che contano, no?
Montai delle ROM da pianista e feci qualche altra spesuccia per me, ma il resto lo spendevo tutto con Janet. Che donna.
Lei voleva divertirsi "sul serio"; scoprii che tutto quello che avevo provato dopo l'Università era ben misera cosa rispetto alle possibilità dell'interfacc...
Ah, sì, grazie. Interfacciamento. Ma che dicevo? Dei divertimenti, dici? Sì, questa è la parte più carina.
Hannah mi portò a delle feste. Feste in cui ci si interfacciava tutti ad una macchina programmata illegalmente con software pirata, un software che stimolava le aree corticali della fantasia. Avevamo esperienze allucinatorie collettive, realistiche al cento per cento, e si finiva sempre con le allucinazioni erotiche, una cosa davvero impossibile da descrivere, perché poco dopo l'attivazione il software demoliva le nostre inibizioni e ci ritrovavamo in un'orgia interfacciata e allucinata, e quando arrivavamo all'apice tutti insieme e quel momento era amplificato, digitalizzato e processato, e ognuno provava ciò che provavano tutti gli altri, uomini o donne o omosessuali del gruppo...
A sentirne parlare mi fa schifo, e la prima volta che ci partecipai ebbi una crisi per una settimana. Era... immorale, indecente. Osceno.
Ma Jan voleva divertirsi, e ci tornammo; sai, tutto sta a collegarsi alla macchina, poi ci pensa lei a darti l'umore giusto, a farti desiderare di andare avanti. Come se ti mandasse in pappa il cervello: per questo era illegale.
Intanto Bruno s'era appena montato un nuovo acceleratore, e io avevo fatto una mossa falsa prendendo un computer con software di AI per fare il lavoro al posto mio, visto che le mattine dopo i party ero davvero in uno stato schifoso. Bèh, nonostante fosse il miglior software esperto programmato sui miei algoritmi, mi fece perdere un mucchio di soldi.
Poi ai party cominciò a girare la droga. Mi sarei tirato indietro, ma t'ho spiegato com'era Yan Nah; ero collegato a lei giorno e notte, i nostri pensieri erano fusi, le nostre ambizioni non potevano più essere separate. E poi insieme a lei avevo provato esperienze vere e simulate così scioccanti che non potevo pensare ad una vita senza quel demone se non come a un deserto arido e senza senso.
Così cominciammo a sniffare, e la droga unita allo psicosoftware ci fece raggiungere paradisi mai provati prima. Era come essere un vulcano in eruzione, un sole in esplosione, un Uovo Cosmico al Big Bang. Era come essere Dio.
Ma quella nuova versione del software pirata era, bèh, era infetta da uno di quei virus che i giornali scemi definiscono "l'AIDS del cyborg". Hai mai sentito parlare del Bela Viruz? Ma sì, quello che contagia le persone, il biovirus.
Ehi, hai del vino in quella bottiglia? Me ne passi un po'? Ma no che non ho già bevuto, non ricordo di aver bevuto... Comunque io mi chiamo Mario, vecchio, e tu?
Ah, stavo raccontando del Bela Viruz? Sì, è un RAM virus, uno di quelli che si lega a un tuo ricordo e si replica con chiunque ti interfacci. Il mio Bela s'era attaccato in coda al ricordo della parola "sera". Ogni volta che pensavo o dicevo "sera" lui s'attivava, e io non ricordavo più cosa stavo dicendo o facendo e rimanevo lì come uno stoccafisso. Che figure da scemo ho fatto prima di rendermi conto che avevo un virus che mi resettava il cervello...
Se ne accorse Anna. Stavamo interfacciando di una cena, cioè stavamo dialogando collegati su dove andare a cena quella sera, e ad ogni "sera" io smettevo di trasmettere impulsi e lei aspettava dal mio connettore silente il segnale di fine file pensiero dei file che le stavo trasmettendo.
Pensammo subito ad un virus, e questo era grave, prima di tutto perché anche Janet doveva essersi infettata, secondo poi non potevo più lavorare in borsa per non infettare tutto il sistema, terzo non potevo chiedere aiuto all'Ente Cibernetico-Sanitario perché ammettere di avere un virus significava dare il via alle indagini per scoprirne la fonte, e non potevo far sapere a nessuno dei party illegali.
Però una cosa buona la potevo fare: infettare il mio concorrente, Aaronn, o Franz, non mi viene in mente il suo nome.
Mi collegai con lui in privato per offrirgli delle azioni, e alla fine gli dissi "buonasera": il Viruz s'attivò e lo contagiò, e lui chiuse la comunicazione senza accorgersi che ero rimasto muto e vuoto come un'ebete.
Annette tramite gli amici dei party contattò il pirata, gli spiegò a voce il problema -non ci interfacciavamo con nessuno per evitare l'infezione- e comprò un antivirus, il Virus Killer 2.0. Brutta mossa permettere ad un software pirata di manipolarti il sistema... Ma che altro potevamo fare?
Fa freddo qui sotto. Mi passi un po' di giornali? Ah, è vero, già li ho. Ma noi ci siamo presentati, vecchio?
Attivammo il software antivirus e rimanemmo due settimane a letto col cervello intero sotto processo mentre il programma esaminava bit per bit tutti, dico tutti i nostri ricordi. Ti rendi conto di quanti ricordi abitino la nostra mente? Milioni di terabyte di informazioni, milioni di milioni. Ci vollero due settimane per controllarli tutti, e alla fine il programma individuò i file infettati: la parola "sera" nella mia mente e l'immagine dell'altalena in Nanette. Ecco perché in lei il virus non s'era manifestato: era legato ad un ricordo che non veniva mai richiamato dalla memoria!
Riprendere le redini della borsa non fu difficile, visto che Assam era in preda al Bela Viruz. Però scoprii che non era il solo ad essersi preso il virus: almeno altri venti agenti erano assenti dalla rete, e rimasero assenti per molto, molto tempo. Senz'altro Mohammed, sì, il mio concorrente, s'era collegato in borsa e aveva infettato il sistema prima di rendersi conto d'essere stato contagiato; l'avevo combinata grossa, neh? Giorno per giorno c'era sempre qualcuno che non si collegava in rete e che spariva per delle settimane.
Ci fu un'indagine e ci interrogarono persino, ma non si arrivò a niente, come al solito: avevo ben ricostruito il file danneggiato di "sera" nella mia mente e avevo spostato tutti i miei ricordi del virus e dei party nella subdirectory dei ricordi estremamente personali, dove la polizia del reparto Crimini Informatici non aveva il permesso di frugare.
Chiusero la borsa, ufficialmente per ristrutturare la rete ma in realtà per disinfestare il sistema. Anna non ricordò mai più cos'era un'altalena, e la storia per un pò finì lì.
Dopo tre mesi ricominciammo a partecipare ai party; per un po' li avevamo ignorati, sai, dopo una botta simile...
Stavo parlando con te, vecchio? Cosa stavo dicendo?
Grazie. I party. Ci partecipammo ancora, la vita senza di loro per quanto fosse più sicura era anche molto più piatta. Ci eravamo come assuefatti a quelle psicomacchine, anche se non è vero quello che si dice a proposito della sindrome d'astinenza che certi software pirata ti programmano dentro. O almeno non ricordo che fosse così.
Fu durante uno di questi party che un nostro amico cominciò a ondeggiare avanti e dietro sbavando come un cagnolino, e non c'era verso di farlo smettere; era entrato in un loop infinito, in un nastro di Möbius, in un ciclo inarrestabile di movimenti ciclotonici, e il suo connettore era muto.
Ci spaventammo tutti, e lui fu ricoverato. Diagnosticarono un errore di sistema, e dato che aveva montato di recente una nuova scheda diedero la colpa a quello. Non guarì mai. Non pensavamo davvero a cosa poteva aver realmente causato un incidente simile... Non fino alla settimana seguente perlomeno, quando accadde di nuovo. A due amici: uno rimase a muovere un bicchiere su e giù verso la bocca per bere con gli occhi sbarrati e l'altro, Diavolo, rimase intrappolato all'apice di un atto sessuale. Cielo, rimase ad eseguire quel momento una, due, tre, cinque, dieci volte... Dopo un quarto d'ora ebbe un attacco di cuore, era il minimo che poteva capitargli. Noi non potemmo farci nulla, morì poco dopo. Stavolta finimmo in prigione, collegati al computer investigatore della Polizia.
Ovvio che nessuna subdirectory poteva essere nascosta a quel computer, così mi perquisirono dentro sino a trovare i memofile del Bela Viruz e di come avevo infettato Wu volontariamente, e quindi fu chiaro ciò che era accaduto alla borsa.
E già, perché in borsa gli agenti erano stati decimati, e non essendoci più compratori le offerte superavano le richieste e quindi l'intero sistema economico era crollato. Un bel guaio, nevvero? E io, io ero l'untore. Mi aspettavano tempi difficili. Ma prima della fine delle indagini ci disinfestarono con un antivirus legale, visto che avevamo usato software pirata potevamo avere dentro chissà quale sorpresa. E ci credi? Ci trovarono tutti, dico tutti infettati. Ma mica si trattava di RAM virus come il Bela, no, si trattava di virus di sistema! Di sistema, dico!
Ho già bevuto il tuo vino, vecchio? Sei sicuro?
Ah, è vero, stavo dicendo qualcosa, sì. Virus di sistema.
Di sistema. Non si limitava a resettarti la RAM, no, questo ti entrava dentro e al momento giusto si manifestava distruggendo l'intero sistema psico-cibernetico! In un attimo si replicava milioni di miliardi di volte nella tua mente e cancellava tutto, ma sai che significa tutto? Ti lasciava come un guscio vuoto, un burattino incapace di fare altro che continuare all'infinito l'ultimo movimento cosciente.
Chi veniva colpito era... il termine che usavano loro era "irrecuperabile".
E sai come ci eravamo contagiati? Il Virus Killer 2.0! Quello che avevo usato per il Bela Viruz, no? Mentre eliminava il Bela si installava lui, perché in realtà il vero nome era Virus: Killer 2.0, capisci? Virus "due punti" killer! Bastardi, dico... dico...
Stavi dicendo qualcosa, vecchio? Sono io che dicevo qualcosa? Ma tu chi sei?
Virus: Killer 2.0... Certo, me ne ricordo.
Ricordo che era così radicato in noi che era impossibile estirparlo senza distruggerci totalmente, così sai che fecero? Crearono un software apposta per noi, una boiata spaventosa. Pensa, questo programma stuzzicava il virus che esplodeva come una bomba cominciando a replicarsi per distruggerci, ma appena lui si replicava l'antivirus della Polizia individuava la locazione dove avveniva l'esplosione e in un nientesimo di secondo la azzerava completamente, la formattava mentre il virus, intento a replicarsi, era indifeso... Cancellava i dati della mia memoria, del mio sistema, e anche il virus prima che questo si riproducesse all'infinito.
In ognuno di noi scoppiarono milioni di queste bombe, e l'antivirus ne colpì il più possibile con una rapidità incredibile, era come gettare secchiate d'acqua su un campo di grano che prende fuoco in migliaia di punti. Alla fine il nostro sistema era pieno di buchi come groviera, e tre di noi erano così danneggiati che non sopravvissero. Anche Annalisa morì... Cioè, rimase totalmente priva di coscienza senza speranze di recupero. Le donarono l'eutanasia.
A me il killer non fece danni così grandi... Ho solo perso il controllo della gamba sinistra, e la memoria s'azzera continuamente, s'azzera...
Non ricordo cosa dicevo...
Certo, s'azzera la memoria, e confondo i nomi. Al processo infatti fui rilasciato per insanità mentale. L'avvocato diceva che con un nuovo controller di memoria non avrei avuto l'insanità mentale e sarei finito all'ergastolo, e mi conveniva sopportare i vuoti di memoria almeno fino al verdetto. Ma poi le spese per l'avvocato e il risarcimento danni mi lasciarono al verde e senza possibilità di lavoro, e per di più Anna era morta e forse era meglio se la memoria non funzionasse tanto bene da farmela ricordare ogni momento.
Ed eccomi ridotto ad un barbone, vedi? Non posso più permettermi un controller, non ho più nulla con cui collegarmi, forse non ho più nulla per cui vivere, ma ogni cinque minuti mi scordo di essere ridotto così male e continuo a tirare avanti, tra un bug e l'altro del mio sistema.
Ma io ti conosco, vecchio? Io mi chiamo Lu, e se mi offri un sorso ti racconterò una storia, che stasera sono in vena...


Alto Tradimento #8
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