Vera Storia di James Bludd

di Valeriana Dispert



Mentre la debole luce riflessa dall'appannata superficie del suo zaffiro gli presentava poliedriche e scoordinate sensazioni cromatiche, la sua mente immersa in un mare di ricordi non poteva più vedere la vera immagine che si presentava al più importante dei suoi organi sensoriali. Il rumore fatto dal fortunato spettatore che la speranza popolare, via liberatrice verso una sfera d'azione più mondana, sognata nella vita del medio cittadino, si possa concretizzare nello sguardo della perfetta sequenza imitazione di quella che estratta dalla competente mano del sagace conduttore o dalla sua bella valletta fanno sprecare straripanti dimostrazioni di quella ipocrisia prodotta dai mezzi mediali che viene chiamata solidarietà per la gioia del vincitore, non poteva essere più noiosa del rumore dei dolenti e produttivi martelli pneumatici. La consapevolezza che non sempre l'utile è piacevole gli faceva preferire il secondo al primo. Distratto volse un poco lo sguardo che riprese a mettere a fuoco la bianca parete che faceva da sfondo a numerose e fantasiose composizioni di giornali, cartine geografiche, stampe di vario genere, gioia figurativa ma non ricreativa. La gioia nasce nella gioia e muore nella gioia, la sua realtà non può essere ricercata in quello che la stimola, almeno per quel che riguarda la sua aspirazione più alta. Ricreare, riorganizzare, dare armonia all'effusione di esatte sensazioni e fallaci moti dell'animo non è cosa ipotizzabile se non, forse, dall'interno. La televisione era muta ma accesa. Un atto di terrore giuridicamente perseguibile. La rassegna cinematografica, come aveva letto nel giornale, proponeva anche " i boia muoiono ". Ma a chi importa della resistenza polacca nella II guerra mondiale. Lo schermo sparì, battevano ancora i colpi dell'abile martello, il telefono non squillava, bagnato dal debole respiro dell'oblio tutto era fermo intorno a lui. La stanchezza si faceva sentire e, così, decise di sdraiarsi in quel comodo divano di velluto marrone in cui più volte si era addormentato. Delicato era l'abbraccio dei morbidi cuscini che tanto bene, anche nel passato, avevano conciliato oniriche illusioni. Migliaia di alberi verdi sopra la piramide di vetro, un volo liberatorio, ma poi, di colpo. La luce spenta e l'occhio acceso, la bocca bloccata e un disperato tentativo di riprendere conoscenza, la paura che nasceva da l'essere divenuto attivo nella mente e passivo nel corpo sparì improvvisamente dopo che avendo gridato «Aiuto» una voce amica come per induzione gli ridonò la capacità motrice. Guardando in alto come al cielo fissò la complessa struttura a tralicci che reggeva quelle deboli sorgenti luminose con i loro copricapo d'argento. Pochi momenti di gioia prima di leggere la notizia, "Dio È Morto" si ammirava in prima pagina. E il diavolo, continuò l'insonnolito protagonista, "Caduto vittima di cherubini di sinistra". «Tutte le brave persone se ne vanno e poi chissà forse un giorno mi tornerà utile» pensò; continuava il periodico che al potere era andato un onorevole membro del Vaticano, segno in cielo della virtù terrena. Che poi forse rivedendo l'accaduto e riconsiderando le cose nella loro vera dimensione si potrebbe anche pensare che giornalisti esperti nell'uso della penna avessero aggiunto al vero ciò che rende così frizzante e di grande attenzione pubblica il banale incidente. Andare, bisognava proprio andare, il ritardo pesava sulla sua coscienza e senza aspettare un attimo si alzò, volse lo sguardo in direzione del grande orologio a pendolo mentre sul suo volto si disegnava l'espressione di uno che deve andare ad un matrimonio in cui verrà avvelenato. La smorfia occupò i muscoli facciali per un periodo sufficiente a fargli scorrere tutte le prospettive possibili in merito alla dubbiosa necessità. Goliadkiana indecisione, reale dubbio danese, forse incapacità totale. La tendenza innata al movimento che anima le particelle come ogni corpo che compone l'universo soffiò sulla sua testa. Come avrebbe preferito sentire le spine sotto i piedi che trascinare il peso di ciò che non è mai accaduto; forse, quel giorno, sarebbe bastato non aprire, non aprire, «proprio una bella idea» pensò, non aprire la strada a quei minuscoli organismi per evitare tutto, o forse un taglio netto ai flagelli sarebbe stato meglio che sporcare tutta la moquette di un colore così fuori moda come il rosso. Dopo l'Inerzia iniziale la forza cessò. Il soffio si affievolì, come un lampione dipinto su una strada dipinta la luce non illuminò più la stanza. Oscurità e Immobilità, nessuna dannosa attività, la pace più assoluta, non come tornare nel grembo materno, ma come non tornare, come non essere mai venuto e mai dover andare. La notizia non stupì più di tanto: nome, cognome, le solite etichette, come quella che penzolava dal piede. «Naturale, è da fessi farla finita il Mercoledì di coppa» disse il macellaio, ma chi ha mai chiesto opinioni ad un macellaio.


Alto Tradimento #5
Il TramontoMaelstrom