[ecce WWWeb]#26      ovvero piccoli bit
di informazioni
sulla rete delle reti
raccolti per voi da
Mario Corsolini.


È passato un po' di tempo dall'ultima volta che mi sono cimentato a scrivere su queste pagine i miei pensierini sulla "rete delle reti" e ieri sera, proprio mentre tranquillo tranquillo mi ci stavo rimettendo, ho ricevuto tramite eMail il seguente avviso dalla sezione Hi-Tech di Yahoo!Notizie (http://it.news.yahoo.com/): <<Roma, 11 maggio 2004 (Adnkronos) - Internet: 1500 Euro Di Multa Per Chi Non Deposita Sito In Biblioteca. Fra sei mesi chiunque abbia un sito internet con informazioni a disposizione del pubblico dovrà inviarne il contenuto alle due biblioteche centrali di Firenze e di Roma, altrimenti rischierà una multa fino a 1500 euro. È quanto prevede la legge 106/2004. Entro sei mesi dovrà uscire un regolamento di attuazione di questa nuova disposizione, criticata però dall'Unione Nazionale Consumatori secondo la quale è puramente persecutoria, inutile e ingestibile.>>

Si tratta della nuova legge sul deposito legale dei documenti, appena pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, che pare estenda l'obbligo di deposito anche ai "documenti diffusi tramite rete informatica". Una definizione sufficientemente ampia da comprendere tutti i milioni di pagine WWWeb totalmente o parzialmente prodotte in Italia. La notizia è poi stata riportata il giorno successivo, con qualche dettaglio minore aggiuntivo, sui maggiori giornali nazionali. Dettagli che comunque lasciano ampi margini alla fumosità generale della nuova legge (che sostituisce la vecchia 374/1939), come nella miglior tradizione leguleia italiana (per esempio si fa riferimento a un non precisato "valore commerciale dei documenti", non sono stati chiariti i criteri di esonero, non si capisce come ci si debba comportare con gli aggiornamenti, come potranno le biblioteche centrali gestire la sesquipedale massa di informazioni che rischia di piovergli addosso, etc. etc.). Insomma, in pratica è tutto ancora da decidere e solo con la pubblicazione del regolamento attuativo, tra sei mesi, si potrà forse chiarire veramente la situazione.

Quindi, oltre a sottoscrivere integralmente e equiuniformemente quanto chiosato dall'Unione Nazionale Consumatori, ciò che fin da adesso possiamo con sicurezza affermare è che, appena terminato il putiferio attorno al famigerato "Decreto Urbani" di poche settimane fa (quello che avrebbe voluto trasformare tutti gli Internet Provider italiani in poliziotti e/o spie), il buon Urbani torna nuovamente e gioiosamente alla carica! Si sa che ogni potere costituito poco gradisce qualunque strumento possa facilitare il libero scambio di informazione tra gli individui, ma nell'accanimento di Urbani pare ci debba essere qualcosa di più: sarà patologia, o sarà un fatto personale? La notizia di oggi in realtà è ben poca cosa rispetto a quanto abbiamo letto in passato (specialmente riguardo alle annose questioni dei brevetti e dei diritti d'autore), ma comunque contribuisce a mantenere vivo il clima di latente ostilità nei confronti degli utilizzatori della rete.

Nulla di nuovo sotto il sole, insomma: si tratta dell'ennesima legge che non riesce minimamente a comprendere le peculiarità delle reti informatiche e tenta di legiferare su una materia scarsamente conosciuta come se queste fossero esattamente equiparabili ai mezzi d'informazione e distribuzione classici. Sono anni, da quando l'Internet ha acquistato importanza sociale grazie alla sua sempre più ampia diffusione (almeno nei cosiddetti paesi civili), che assistiamo a scempi del genere. Arriveremo mai a una fine? Riuscirà mai il Legislatore a comprendere veramente che negli ultimi due decenni si è sviluppata (nemmeno troppo silenziosamente) la più profonda rivoluzione culturale vista in occidente dai tempi di Gutenberg (http://www.bl.uk/treasures/gutenberg/homepage.html) (http://www.bl.uk/collections/treasures/digitisation.html)?


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